Il Paese di Catenanuova sorge al confine con la provincia di Catania e si stende sulle propaggini occidentali della piana, poco distante dai meandri del Dittaino. Inizialmente vi era un casale detto di Maliventri, probabilmente in ricordo di una fattucchiera che vi dimorava e quindi Mali in Ventrix. Il toponimo si trasformò in Molimenti e così perdurò sino al XVIII secolo. Il piccolo casale, feudo degli Statella, venne colpito dal terremoto del 1693 tanto da necessitare la ricostruzione della chiesa della Sacra Famiglia nelle forme che possiamo osservare oggi.
Morti nel 1713 i titolari del feudo, la principessa Statella lasciò volontà testamentarie al figlio, il Principe di Aci Catena, Andrea Giuseppe Riggio Statella, di fondare una nuova città chiedendo al re la Licentia Populandi. Le volontà della principessa vennero rispettate il 24 gennaio del 1731, con provvedimento del Vicerè Conte de Palma, tenendo conto dei servigi prestati al re dal principe Andrea Giuseppe Riggio-Statella, in esecuzione del cesareo diploma emanato l’11 settembre 1726. Il Principe decise allora di chiamare il nuovo centro Catena Nuova in onore del suo titolo primario di principe di Aci Catena ed in ricordo dei genitori. La cittadina assunse allora l’aspetto tipico delle fondazioni moderne, con un reticolo di strade su impianti ortogonali, attraversato da una lunga via principale rettilinea. Nel complesso il centro mantiene ancora questo aspetto “ippodameo”.
Catenanuova, oltre che rappresentare un feudo agricolo con particolare caratterizzazione agrumicola, rimase nel tempo una importante stazione di posta lungo le strade che dal centro della Sicilia si dirigevano verso Catania ed il cuore di questa attività era il “fondaco della Cuba”, oggi in territorio comunale di Centuripe ma vicinissimo al paese. Questa struttura, visibile anche dalla Autostrada, che corre vicinissima alle case di Catenanuova, sorge sui resti di una costruzione probabilmente araba, una “quba” della quale pare rimanere un arco inglobato nei resti successivi. Tra i monumenti maggiormente interessanti la Chiesa di San Giuseppe, già della Sacra Famiglia, esisteva già alla fine del Seicento come cappella privata dei principi Riggio nel loro feudo di Melinventre. La nuova chiesa venne inaugurata come parrocchia, nel 1738. Qui, tra gli altri soggiornarono Wolfgang Goethe ed il re Vittorio Amedeo di Savoia, con la consorte e il suo seguito. Da qualche tempo il comune di Catenanuova gode poi del parco di San Prospero, un’ampia zona trasformata da terreno agricolo in un parco suburbano nel quale vengono organizzate manifestazioni a carattere sociale ed ambientale.
© Testi estratti da Enna la provincia navigabile, di Giuseppe Maria Amato