Tradizioni /

Festa della Madonna del Carmelo

Leonforte

I festeggiamenti in onore della Patrona la Madonna del Carmelo, “A Matri o Carminu”,  si svolgono il 16 agosto. Il culto ha origini remote che risalgono a prima della fondazione della città avvenuta nel 1610. All’epoca esisteva infatti, al posto della attuale chiesa di Maria SS. del Carmelo, una cappella dedicata alla Gran Madre dove officiavano i frati Carmelitani di Assoro. Il tradizionale miracolo della peste contribuì alla diffusione della devozione che, a distanza di quattro secoli, si mantiene fervida tra i leonfortesi.  Secondo la tradizione, mentre sotto la guida illuminata del principe fondatore Nicolò Placido Branciforti i leonfortesi erano intenti nell’opera febbrile di costruzione della nuova città, Leonforte era stata risparmiata dal funesto morbo.  L’invidia nei confronti della città e soprattutto del principe, indusse un losco figuro della vicina Castrogiovanni ad indossare la veste dell’untore, deponendo un sasso infetto nell’acquasantiera della chiesa della Madonna del Carmelo. Avvenne però che l’acquasantiera si prosciugò all’istante ed i fedeli gridarono al miracolo. Oggi la pietra “unta”  è posta all’interno di una piccola grata sopra l’acquasantiera. Il giorno della festa in onore della Madonna fu celebrato fino al 1771 il mercoledì dopo Pasqua. Dalla antica chiesa della Madonna la festa si trasferì successivamente alla chiesa Madre, dedicata a San Giovanni Battista e non si celebrò più il mercoledì successivo alla Pasqua, ma il 16 luglio. Data questa in cui la Madonna apparve a San Simone Stock, priore generale dell’ordine carmelitano, al quale consegnò uno scapolare in tessuto, rivelandogli che quanti si fossero spenti con addosso lo scapolare, sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio. Detto anche “abitino”, è costituito da due quadratini di stoffa collegati fra loro da una fettuccia o cordoncino su cui è riprodotta l’immagine di Maria o quella del Sacro Cuore e viene portato dai devoti sulle spalle o appeso al collo. Nel 1779 venne acquistato un nuovo gruppo scultoreo della Madonna con il Bambino e San Simone Stock, opera dello scultore Gaspare Lo Giudice dell’isola di Lipari. La Madonna avvolta in un ampio panneggio azzurro tiene in braccio un festante Bambinello riccioluto, protendendo la mano destra da dove pende l’abitino, simbolo carmelitano, verso San Simone genuflesso. L’imponente “vara” sulla quale è collocato il gruppo scultoreo è stata realizzata dall’artista Michele La Greca da Enna nel 1869. L’opera in argento e misture e con decorazioni di pitture è arricchita da fregi, angeli, puttini, che fanno da sontuosa cornice ed impreziosiscono ancor più il gruppo scultoreo. Durante tutto l’anno si può ammirare nella cappella in fondo alla navata sinistra della chiesa Madre. Il giorno della festa vera e propria è preceduto dalla tredicina di preparazione che vede la partecipazione devozionale di centinaia di fedeli. La mattina del 16 agosto ha luogo il solenne pontificale presieduto dal Vescovo della Diocesi di Nicosia che si conclude alla presenza del Sindaco, delle autorità e dei fedeli con la preghiera che rievoca annualmente il miracolo della liberazione della peste:
“Si nun fussi ppi lu so mantu persi fussimu tutti quantu”.
Nel pomeriggio la statua esce dalla chiesa per la processione che si snoda lungo il Corso Umberto e la via Cavallotti. In passato la vara, a causa della sua pesantezza, veniva trainata da più file di buoi bardati a festa. Oggi percorre la città grazie ad un marchingegno motorizzato perfettamente camuffato. La festa si conclude il 23 agosto, giorno dell’ottava. Durante tutto il giorno vengono celebrate sante messe e la sera la Madonna viene trainata fin sul sagrato della Chiesa dove, dopo la solenne benedizione, viene salutata con il tradizionale sventolio dei fazzoletti bianchi.

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