Il centro sorge su di una zona collinare degli Erei affacciato sulla vallata del Dittaino. L’aspetto odierno è quello di un medio comune con passato rurale ed artigiano che nel tempo gli ha conferito una certa agiatezza. Le strade principali sono arricchite da diversi palazzetti della notabilità locale non di rado di certo pregio. Il paese in passato era un casale certamente abitato sin dal l’epoca protostorica così come dimostrato da resti trovati nelle aree marginali al centro urbano. Certamente in periodo arabo il casale era detto Qasr el Habibi, “il casale del mio amato”, poi trasformatosi in Carupipi, Carrapipi, ed italianizzato in Caropepe. Il Casale nel 1296 venne affidato in feudo a Lamberto di Carupipi e, passato di mano in mano, nel 1398, dopo la lunga guerra delle fazioni, venne concesso ai fratelli Valguarnera, Conti di Assoro.
Nel 1549 il Conte Giovanni Valguarnera chiese ed ottenne la Licentia Populandi dall’imperatore Carlo V, nel quadro di una politica imperiale che tendeva ad accorpare i tanti piccoli casali sparsi nel territorio. Inizialmente il paese, organizzato per assi viari ortogonali nonostante i dislivelli da superare, era incentrato sulla residenza dei conti, un castello, del quale non rimane più nulla a causa di una successiva demolizione. Nel 1625 Don Francesco Valguarnera ottenne dal regnante Filippo IV il rinnovo della licenza e la trasformazione del feudo in principato di Valguarnera. Oggi il centro gravita attorno alla lunga piazza centrale, sulla quale prospetta il bel palazzo Prato, e la piazza Canale, uno largo posto all’incrocio tra le più importanti vie di accesso al paese. Tra i monumenti vanno segnalati il Duomo, dedicato a San Cristoforo. Dotato di una facciata a campanile, barocca, con andamento convesso, con l’interno basilicale a tre navate, transetto e absidi, fondato nel 636, al suo interno quadri dei pittori Vaccaro da Caltagirone, XIX secolo e pitture del Barberis; la Chiesa di Sant’Antonio, del 1666, caratterizzata da una torre campanaria con cuspide maiolicata; S. anna,
del 1687, San Liborio del 1691; San Francesco di Paola del 1713 ricostruita nel XIX secolo.
Nella Chiesa dell’Immacolata, della prima metà del XVII secolo, si conserva una icona bizantina forse rappresentante la Madonna appartenente a scuola cretese, delle Grazie e databile intorno al XV secolo.