Sorge sui resti di un’antico tempio, sulla sommità di una lunga scalinata, con la sua imponente facciata, domina scenograficamente la centralissima Piazza Balata. Alcuni documenti conservati negli archivi vaticani ne attestano l’esistenza sin dal trecento. Il vecchio edificio sacro fu demolito e dopo aver subito diversi rimaneggiamenti, oggi si presenta nella veste settecentesca. L’interno è a navata unica coperto da tetto a capriate e del primitivo edificio medievale la chiesa ospita i resti di un portale durazzesco, due icone marmoree incorporate negli altari destri più vicini all’abside, il polittico marmoreo di autore ignoto (XVI sec.), una grande icona di scuola gaginiana, raffigurante la Madonna con il Bambino, datata 1562, una croce lignea dipinta nel XV- XVI sec che sovrasta l’altare maggiore e ancora tra le opere più pregevoli si annovera il quadro di San Cataldo, opera di Giuseppe Albina detto il Sozzo (1595) e una marmorea fonte battesimale datata 1472 attribuita a Domenico Gagini. Presenta un altare marmoreo settecentesco e un altro di epoca moderna realizzato insieme all’ambone, dall’artista ennese Alberto Cacciato. Si trovano tele di Francesco Pellegrino da Montalto ed ancora la tela raffigurante L’Assunzione di Maria di Giovanni Forti, La Manna da Calascibetta datata 1636 e la Natività sempre dello stesso autore. E’ della prima metà dell’ottocento la “Sacra Famiglia” di Saverio Marchese mentre è datata 1748 una Deposizione del pittore ennese Francesco Ciotti. All’interno è stata costruita una grotta che ricorda quella di Lourdes, con la Madonna e Santa Bernadette realizzata nel 1939 da Luigi Severino Giarmanà. In un locale attiguo sono conservati e visibili a richiesta, paramenti sacri ex-voto, reliquari tra cui uno contenente una scheggia della Santa Croce e argenti liturgici risalenti a varie epoche di pregevolissima fattura. Di grande interesse per i visitatori è il sotto pavimento dove attraverso vetri calpestabili sono visibili le antiche fondamenta dell’edificio sacro e le tombe che risalgono all’inizio del II millennio.
