Luoghi Storici /

Fondaco di Cuba

Catenanuova - Centuripe

L’edificio si trova lungo l’antica Regia trazzera che collega i centri dell’entroterra con la parte orientale dell’isola. Esattamente a 3 Km da Catenanuova venendo da Catania, dalla A19 è possibile scorgere l’antico caseggiato la cui fondazione pare risalga al periodo arabo normanno. Si racconta che tra il XVII ed Il XVIII secolo fu’ tappa obbligata per carovane di viaggiatori, diligenze e carrettieri che attraversavano il centro della Sicilia per raggiungere Palermo e viceversa. Proprio li era possibile pernottare e nello stesso tempo fare riposare i cavalli. Dopo il terribile terremoto del 1693 il sito fu restaurato dai Principi Biscari di Catania. Nel 1713 vi pernottò il re di Sicilia Vittorio Amedeo II di Savoia con la regina Anna Maria e la sua corte.  La leggenda racconta che il proprietario dell’epoca, Cavaliere Ansaldi di Centuripe, appreso del passaggio del re da quelle parti e desideroso di conoscerlo, ricorse ad uno stratagemma: ordinò ai suoi dipendenti di versare tutto il latte munto nel torrente vicino. Le guardie del re si accorsero della presenza di un fiume di latte e lo riferirono prestamente al re, il quale avrebbe “assaggiato” il fiume nello stupore generale dei presenti. A quel punto, l’intraprendente Ansaldi avrebbe svelato al re di aver fatto ricorso a tale espediente al solo fine di ossequiare i reali e poterli ospitare nel Fondaco Cuba. Il re accettò l’invito e l’indomani, prima di partire alla volta di Palermo, nominò l’Ansaldi inventore del “fiume di latte”, insignendolo del titolo di Capitano onorario delle Guardie reali. La locanda vanta la visita di altri importanti personaggi, uno fra tutti lo scrittore Johann Wolfgang Von Goethe , che di ritorno da Castrogiovanni, vi soggiornò, insieme al suo compagno di viaggio il pittore Cristofaro Kneipnel, il primo maggio del 1787. In questo caso il racconto lo scrive lo stesso scrittore nell’opera “Ricordi di viaggio in Italia”: “Il nostro vetturino per dissipare alquanto il nostro malumore ci promise un buon albergo per la sera; e difatti ci portò in una locanda costrutta da pochi anni su questa strada, a metà cammino da Catania, dove finalmente dopo dodici giorni ci fu dato di godere di qualche agio. Ci colpì poi un iscrizione che trovammo tracciata col lapis sur una parete, in carattere inglese molto elegante. Era la seguente: «Passeggiere, chiunque tu si, guardati bene a Catania, dall’albergatore del Leone d’oro; egli è peggiore dei Ciclopi, delle Sirene, di Scilla, per chi ha la disgrazia di cadere ne’ suoi artigli.» Per quanto ritenemmo che il previdente viaggiatore potesse avere magnificato il pericolo col ricorrere alla mitologia, formammo però il proposito di schivare il leone l’oro, il quale ci veniva indicato quale animate di tanta ferocia”.

Nel 1985 ciò che rimane dell’antico caseggiato è stato dichiarato edificio di interesse storico dalla Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Enna.

 

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