Luoghi Storici /

I Monasteri di S. Michele

Troina

San Michele il “Vecchio”

San Michele il “Vecchio” è uno dei più famosi monasteri basiliani edificati in Sicilia dopo la conquista normanna. Oggi si conservano pochi ruderi ma rimane pur sempre un luogo affascinante e misterioso.
Grazie all’aiuto divino per la vittoria contro i Saraceni fu costruito assieme ad una magnifica chiesa su un ameno colle, detto allora di Carinei, a sud della città e godeva di vasti possedimenti e privilegi.
Il monastero, a causa del terremoto che colpì tutta la Sicilia nel 1693 crollò, e venne riedificato nel 1722.
Famoso per le Reliquie che custodiva, fra cui parte del corpo di San Silvestro Monaco, compatrono della Città, conservati in una artistica arca di argento, oggetto di grande venerazione per i miracoli compiuti e un frammento del legno della Santa Croce.

San Michele il “Nuovo”

Nel settecento a Troina deteneva il potere un’èlite formata da nobili e clero, quest’ultimi intenzionati a riportare l’antica sede vescovile in città.  Decisero così di edificare un fastoso edificio ma videro svanire il loro tentativo di dare una risvolta economica alla città, quando papa Pio VII nel 1817 eresse la Diocesi di Nicosia. Da allora il monastero subì un inesorabile declino. Il monastero fu chiamato S. Michele il Nuovo e rappresenta una delle principali Abbazie Basiliane della Sicilia. Costruito nelle vicinanze della città tra il 1761 e il 1786 ha la forma di un grandioso quadrato. Le sue dimensioni (circa 8 mila metri quadrati) e le sue proprietà fondiarie (297 salme di terra) permettevano al suo abate di sedere al 28° posto del braccio ecclesiale del Parlamento siciliano, al pari di vescovi e conti. Tra i grandi nomi che hanno dato lustro all’ abbazia si ricordano almeno tre santi (san Silvestro, San Lorenzo di Frazzanò e San Filareto), copisti bizantini del calibro di Leonzio da Reggio (autore di testi ascetici, omilari e canoni liturgici). Il Monastero custodiva una grande produzione di manoscritti fino al XV secolo, una vasta raccolta di incunaboli e testi greci fino alla metà del Settecento.  Quando tutto viene abbandonato a causa delle leggi sabaude la “preziosa” biblioteca viene dispersa tra Messina, Venezia, Roma, Palermo e la stessa Troina. Il monastero subisce gravissimi danni durante l’ assedio alleato nel 1943 tanto da farne un’ anticipazione di quello che accadrà a Motecassino.
Presso l’archivio storico di Troina è conservato il plastico della struttura originaria da cui si può intuire la maestosità dell’edificio.

 

 

 

 

 

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