Arte e cultura /

Quartiere Ebraico

Calascibetta

Percorrendo le vie principali del paese, è facile addentrarsi nei vicoli stretti e angusti dell’antico quartiere ebraico ancora intatto. La comunità fu presente in questi luoghi dal 1350 al 1492 in un’area fuori dalle mura della città medievale e lontano dai cristiani, denominata la “collina dei greci”», a seguito di una proclama di Federico II D’Aragona nel 1324, dove veniva imposto alle comunità ebraiche, di abitare fuori dalle mura cittadine e vi rimasero fino al 1492 – 1493 quando sotto il regno di Ferdinando il Cattolico, furono espulsi da tutta la Sicilia. A Calascibetta era presente una delle 52 comunità ebraiche in Sicilia che in età medievale prosperavano grazie ad un fiorente artigianato e al commercio. Nel XV sec. nella regia trazzera Calascibetta – Licata (allora chiamata Alicata, dall’arabo Aliqat), che collegava Calascibetta con il porto più importante della Sicilia meridionale sul mediterraneo, i commercianti ebrei erano impegnati nelle attività economiche riguardanti i trasporti di formaggi, sale, zolfo e grano, per l’imbarco sui galeoni spagnoli nel porto di Alicata. I loro quartieri erano denominati in Sicilia Iudìe o giudecche. Ancora oggi quell’antico quartiere viene chiamato  “Iudia”, la via Giudea, compresa la caratteristica via Faranna, chiamata anche la collina dei greci. In via Giudea Alta , nel pieno quartiere ebraico si trova un mikveh una vasca monolitica circolare realizzata in pietra di “cutu” in arenaria compatta di colore ocra usata per le abluzioni.

2 commenti
  1. Ariel Arbib
    Ariel Arbib da Roma
    30 Dicembre 2020 alle 14:55

    Più che “lucravano” avrei voluto leggere “sostenevano la propria economia e quella del proprio paese…”
    Grazie

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    • Rossella Inveninato
      Rossella Inveninato
      11 Gennaio 2021 alle 10:10

      Gentile utente, ho ritenuto accogliere la sua osservazione. Mi preme sottolineare che il termine lucrare non era stato inteso in forma dispregiativa ma come lucro ossia guadagno.

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