Aree Naturali /

Riserva Naturale Integrale delle Forre Laviche del Simeto e il Ponte dei Saraceni

Centuripe

L’area naturale si può raggiungere da Enna percorrendo l’autostrada A 19 Palermo Catania direzione Catania uscita Agira. Arrivati a Regalbuto si percorre la SS 121 e si prosegue per la SS 94.

La Riserva istituita nel 2000 è gestita dal Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali. Posta lungo il corso del Simeto, il maggiore dei corsi d’acqua siciliani, si estende per circa 291 ettari nei territori di Centuripe, Bronte, Adrano e Randazzo. Caratterizzata dalla presenza di profonde gole formate da colate laviche offre scenari unici e spettacolari di rara bellezza. Ricca di grotte laviche, cascate, laghetti è immersa in un ambiente selvaggio costituito da una vegetazione capace di sopravvivere alle piene ed al caldo dell’estate, al morso delle capre ed al gelo invernale, dando asilo ad una componente faunistica specializzata e rara. Tra le lave si scorge l’oleandro, capace di sfruttare la benché minima opportunità di attecchimento, mentre nei dintorni, laddove i giardini di agrumi hanno lasciato spazio alla natura, fioriscono asfodeli bianchi e gialli, giunchi, prati ad ortica, papavero e tanaceto, ferle, borragine. Al sole si riscaldano la biscia dal collare, il ramarro e la lucertola wagleriana, mentre nelle acque s’odono i tonfi sordi dei tuffi della rana esculenta, del discoglosso e dell’ululone. Tra gli animali che vivono in questi posti troviamo la volpe, l’istrice, il coniglio selvatico e la lepre; tra gli uccelli il falco pellegrino, l’airone cenerino, il porciglione, la poiana, il gheppio e la coturnice. Tra i rapaci ci sono il barbagianni, l’assiolo, la civetta e il colombaccio. Tra gli anfibi nel greto del fiume si trovano la rana verde, la raganella, il discoglosso dipinto e alcune specie di rospi. È stata inoltre rilevata la presenza di diverse specie di rettili: la biscia dal collare, la biscia viperina, il colubro leopardino, diverse specie di lucertole che si nascondono nella macchia mediterranea e gli anfratti lavici; la tartaruga palustre siciliana. Merita una menzione la presenza del granchio di fiume Potamon fluviatile.  Da visitare sono l’area archeologica del Mendolito, le rocce Pietrerosse, i basalti colonnali in contrada Barrili, la masseria Placa Torre, le forre laviche nei pressi del ponte la Cantera, e il Ponte dei Saraceni, o di Carcaci, un magnifico gioiello di bellezza paesaggistica ed architettonica. Dove l’ingrottato sprofonda tra le lave per decine di metri il fiume viene superato dall’antico ponte dei Saraceni, costruito con un’ardita arcata a schiena d’asino, tutta in pietrame lavico misto a calcare bianco. Questo antico ponte in pietra collega il territorio di Adrano con quello di Centuripe, presso il passo del Pecoraio. Il ponte in realtà non é saraceno ma un misto di diverse opere costruttive: le sue pile tutte rigorosamente dotate di struttura idrodinamica, sono di costruzione romana, probabilmente imperiale (I – II sec. D.C.) ed appartengono alle opere della strada Catina-Centorippe (Catania-Centuripe) che, come ci dicono diverse fonti antiche, rappresentava l’autostrada Palermo – Catania del tempo. In seguito al crollo venne costruito sulle pile romane almeno un altro ponte, aragonese, che, tra crolli e restauri si è mantenuto sino ai giorni nostri. Secondo alcune fonti storiche ha costituito per moltissimo tempo un importante asse di collegamento tra Troina, prima capitale del regno di Ruggero I di Altavilla e Catania. Dell’antica struttura oggi si conserva solo l’arcata maggiore, centrale, in stile gotico. Le altre arcate, una più piccola anch’essa gotica e un’altra romana, andarono distrutte durante l’alluvione del 1948, e ricostruite in seguito, seppur diverse dalle originali. Dal 2000 il Ponte dei Saraceni fa parte del SIC – Sito di Interesse Comunitario denominato “Forre laviche del Simeto”.  Nel 2015 il sito Skyscanner ha inserito il Ponte dei Saraceni al 16° posto nella lista dei 30 Ponti più belli d’Italia, definendolo «una delle più belle costruzioni medievali dell’intera Sicilia.

 

 

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